Abbiamo un obiettivo: condividere la bellezza del nostro territorio, della nostra valle e dei nostri vigneti attraverso il vino. Nel 2018 abbiamo terminato la realizzazione della cantina interrata, moderna ed efficiente, che permette di utilizzare le migliori tecnologie, lavorare i grappoli d’uva subito dopo la raccolta e mantenere sempre la massima pulizia per evitare contaminazioni.
Abbiamo un obiettivo: condividere la bellezza del nostro territorio, della nostra valle e dei nostri vigneti attraverso il vino. Nel 2018 abbiamo terminato la realizzazione della cantina interrata, moderna ed efficiente, che permette di utilizzare le migliori tecnologie, lavorare i grappoli d’uva subito dopo la raccolta e mantenere sempre la massima pulizia per evitare contaminazioni.

Verdicchio e lacrima

Il Verdicchio e la Lacrima sono le ragioni per cui il progetto Filodivino è nato qui.
Il primo è forse il varietale bianco con più potenziale d’Italia, sicuramente il più versatile: può diventare un vino fresco e immediato come il nostro Classico, elegante e complesso come nel Classico Superiore o mostrare la sua capacità di evoluzione e invecchiamento con la Riserva. Il Verdicchio, inoltre, è perfetto per vini frizzanti e spumanti.
La Lacrima è se possibile un vitigno ancor più affascinante. Autoctono della nostra regione, prende il suo nome dalle goccioline di succo che, quando l’uva è matura, a causa della sua buccia sottile e ricca di polifenoli e antociani ma fragile, ne bagnano la buccia e i grappoli.
Il Verdicchio è un’uva imparentata con il Trebbiano di Soave e il Lugana, ha trovato secoli fa nelle Marche, e in particolare nella zona dei Castelli di Jesi, il suo habitat perfetto. Il Verdicchio si è evoluto in simbiosi con la campagna, la cucina e la cultura marchigiana ed è quindi l’interprete più fedele di questo territorio.
La Lacrima è un’uva delicata, antimoderna, fiorisce molto presto in primavera, esponendosi alle gelate tardive e dà rese piuttosto basse. Per questi motivi nel corso del Novecento era stato via via abbandonato dai produttori in favore di altri vitigni più sicuri e redditizi. Ma la creazione della DOC nel 1985 e l’entusiasmo di alcuni vignaioli hanno salvato la Lacrima e oggi ce ne sono quasi 300 ettari vitati. Sette di questi sono a Filodivino e ne siamo orgogliosi: la Lacrima è un’uva difficile da portare a maturazione, può dare vini un po’ ruvidi ma quando è ben lavorata le sue caratteristiche di vitigno semi-aromatico creano un vino che non assomiglia a nessun altro, né in Italia né altrove.
Minimo intervento

Una parte del nostro vigneto – da cui provengono tutti i nostri vini, non compriamo uva da altri produttori – ospita vitigni internazionali (in gran parte originari del Sud della Francia) con cui sperimentiamo interpretazioni originali del nostro territorio.
Tutti i nostri vigneti sono coltivati in biologico, con un bassissimo uso anche del rame e dello zolfo permessi dalla certificazione.

In cantina seguiamo lo stesso principio, minimizzando l’intervento per restituire l’espressione peculiare di ogni annata, anche di quelle complicate.
Durante la raccolta, esclusivamente fatta a mano in cassette, passiamo due o anche tre volte su ogni filare per raccogliere solo i grappoli giunti a perfetta maturazione. Poi manteniamo separate le varie parcelle in piccole vasche d’acciaio. Ognuna farà il suo percorso di maturazione fino al momento dell’assemblaggio.
Per l’invecchiamento, oltre alle vasche d’acciaio, sperimentiamo con diversi tipi di contenitori e materiali: uova di cemento, anfore di terracotta, tonneaux di legno francese e piccole barriques, tini troncoconici di rovere non tostato.
